“I nostri vini li creiamo in vigna”
Cosa facciamo in vigna per mantenere l’identità dei nostri vini? In genere si parla sempre dei vini o della cantina .
Quando si impianta un vigneto il viticoltore ha due strade da potere seguire:
- “Acquistare le piante dai vivai” dopo averle scelte da un catalogo in cui vengono descritte le cultivar ed i suoi cloni selezionati in laboratorio.
- “Propagare dai propri vigneti le viti antiche” (Selezione Massale) con le tradizionali tecniche della Propaggine o dell’Innesto.
La prima soluzione “acquistare le piante dai vivai”, è la più semplice, economica e veloce (1 anno per ottenere i primi grappoli), la seconda “Propagare dai propri vigneti le viti antiche” è più complessa, rischiosa, costosa e soprattutto lenta (almeno 3 anni per ottenere i primi grappoli).
La prima strada porta ad un’omologazione delle uve, la seconda strada farà produrre uve, con caratteristiche uniche e irripetibili .
Questa seconda strada è quella che da sempre si adotta a Montoni. Nel passato questo era l’unico percorso possibile. Oggi diventa una scelta coraggiosa e costosa, ma fondamentale per proteggere la propria identità.
L’Innesto a Montoni
Fabio e la sua famiglia ormai da 3 generazioni e da più di un secolo, conoscono le loro piante ad una ad una, sanno quali vigne danno il miglior vino e per questo motivo le hanno selezionate come “Piante Madri”, le piante da cui verrà tratto il “codice genetico” e trasferito nei nuovi vigneti.
La prima operazione consiste nell’ impiantare nei terreni “piante selvatiche” . Per un anno queste vengono coltivate come tutte le altre viti.
L’estate successiva si preleva dalla pianta madre, con un coltello affilatissimo, un pezzetto di legno, in siciliano “la pezza” (MW Bill Nesto “The World of Sicilian Wine”), tale pezzettino di legno chiamato anche “La Marza” verrà successivamente inserito nelle piante selvatiche.
Le Fasi dell’Innesto
Da sinistra a destra: Tipica “borsetta”di legno contenente pezzettini di tralci della pianta madre;Taglio della Marza (pezzetto di legno con una gemma) da impiantare; La gemma vista dall’interno.
Da sinistra a destra: Incisione e inserimento della gemma sulla pianta selvatica; L’innesto viene avvolto con un elastico o raffia; Si pone una foglia per proteggere l’innesto stesso dalla eventuale pioggia.
Nell’inverno successivo durante la fase di potatura viene tagliata definitivamente la parte della pianta selvatica lasciando un’ unica gemma da cui crescerà un nuovo tralcio che produrrà grappoli di uva unicamente ed esclusivamente con “DNA di Feudo Montoni”.
La Propaggine a Montoni
Questa tecnica viene maggiormente utilizzata nei vecchi impianti (40 – 70 anni). In autunno un tralcio della pianta madre viene interrato: la parte sotterrata creerà delle sue piccole radici mentre dalle gemme fuori terra cresceranno i nuovi germogli.
Dopo un paio di anni, quando Fabio ed i suoi uomini verificheranno che la nuova piccola pianta è capace di vivere in modo autonomo si procederà a recidere il legame con la pianta madre ottenendo una nuova pianta “franca di piede” (vite europea). Ciò dimostra che nelle terre di Montoni la fillossera trova grandi resistenze.
Utilizzando quest’antica tecnica otteniamo piante ed uve con copyright regalatoci dalla natura ….Feudo Montoni.
Alcune altre notizie in sintesi :
- Allevamento delle vigne ad Alberello;
- Concimazione biologica con la semina di fave nel vigneto;
- Concimazione biologica con letame;
- Difesa biologica delle piante con Zolfo ;
- Irrigazione di soccorso con acqua prelevata dal laghetto ;